Torre dell'Orso tra paesaggio e riconoscimenti
Torre dell'Orso è prima di tutto, ma non solo, una splendida location turistica, una delle località balneari più belle della Puglia, un affollatissimo centro della movida salentina estiva, adatta sia alle famiglie, che qui possono trovare ogni genere di intrattenimento per adulti e bambini, sia ai gruppi di amici. Con oltre 800 metri di finissima spiaggia color argento, le acque cristalline, stabilimenti balneari attrezzati e spiaggia libera, è sicuramente il posto giusto per trascorrere una vacanza in Salento al mare. Amatissima dai salentini, è una vera perla dell'Adriatico, alla quale i turisti non possono rinunciare. Eppure, per ricevere diverse Bandiere Blu d'Europa, nonché le Cinque Vele di Legambiente, non basta l'incantevole spiaggia, la bianca scogliera o la pineta. Torre dell'Orso e le marine di Melendugno hanno ricevuto questi ambiti premi anche per la pulizia, i servizi turistici e al cittadino.
Torre dell'Orso è speciale, per la bellezza del paesaggio, per l'organizzazione, per la varietà di intrattenimento e del pubblico che ne fruisce. Al centro del litorale melendugnese, questa marina vanta alberghi, ristoranti, locali notturni e diurni, strade ampie, passeggio pedonale, parcheggi comunali diffusi, oltre che spiagge, pinete, scogliere, una bellissima Torre e, ovviamente, un Parco Divertimenti unico in tutto il territorio!
Leggenda e storia di Torre dell'Orso
L'origine del nome di Torre dell'Orso è molto dibattuta. La torre a cui si fa riferimento, è una costruzione tipica delle marine adriatiche, realizzata nel XVI secolo per avvistare le navi turche. Fu edificata a partire dal 1568 ad opera di Giovanni Tommaso Garrapa che morì durante la costruzione, la quale fu quindi continuata nel 1580 ad opera del fratello Angelo Garrapa. Come prima ipotesi, si pensa che la torre fosse prima denominata Torre Sant'Orsola, probabile protettrice della marina. La seconda ipotesi è che prendesse il nome dagli Urso, nobili di zona proprietari del terreno. Un'altra ipotesi si riferisce alla presenza delle foche monache. L'ultima ipotesi, quella che più fa sognare, è che prenda il nome dalla figura dell'orso che compare, scolpito dal vento e dal mare, che compare nella roccia sottostante la torre. E' affascinante pensare che nei secoli tutta la costa sia stata interessata da cambiamenti morfologici dovuti all'erosione, ma la figura di quell'orso sia rimasta sempre lì, ancora oggi ben visibile.
Un'altra leggenda molto interessante è quella relativa ai faraglioni delle Due Sorelle. Si tratta di due rocce situate all'estremo sud della spiaggia, ma visibili da ogni punto della stessa. Le storie che si raccontano nel Salento narrano di due giovani e bellissime sorelle che, di ritorno dal lavoro in campagna, si fermarono al mare per cercare un po' di frescura. La più giovane, come ipnotizzata dal mare ed inebriata dal suo profumo, si gettò dallo scoglio più alto, ma non riuscendo più a tornare a riva, si dibatteva tra le onde e urlò così forte che la sorella maggiore si gettò senza esitazione per tentare di salvarla. Purtroppo, le due giovani non riuscirono a tornare a riva e trovarono la morte tra quelle onde che tanto amavano. Gli dei, però, ebbero pietà del loro legame e, per rendere omaggio alla loro pura bellezza di gioventù, le tramutarono in due rocce, una protesa verso l'altra, il tutto sotto lo sguardo incredulo di un pescatore, che, conoscendo bene la zona, si accorse subito dell'accaduto.
La storia di Torre dell'Orso è raccontata da ogni frammento di scogliera. In passato era il porto dell'antica città-santuario di Roca, ed era uno scalo fondamentale dei naviganti che giungevano o si recavano in Albania. Di particolare importanza è sottolineare che la rotta tra la Valle dell'Orso in Albania e Torre dell'Orso sia la più breve tratta navigabile possibile. Nel 44 a.C. Ottaviano Augusto era in Apollonia (Albania), per motivi di studio. Si pensa che, appresa l'uccisione di Cesare, tornò a Lupiae (Lecce) proprio per questa rotta, per prevenire disordini al porto di Brindisi. Pertanto, appare logico anche pensare che Virgilio si riferisse a Torre dell'Orso nei versi dell'Eneide che descrivono l'approdo di Enea in Salento dai monti Acrocerauni in Albania ("onde a le spiagge si fa d'Italia il più breve tragitto"):
«E di vèr l'Orïente un curvo seno
in guisa d'arco, a cui di corda in vece
sta d'un lungo macigno un dorso avanti,
ove spumoso il mar percuote e frange.
Ne' suoi corni ha due scogli, anzi due torri,
che con due braccia il mar dentro accogliendo,
lo fa porto e l'asconde; e sovra al porto
lunge dal lito è 'l tempio.»
~ Virgilio - Eneide, libro III. Traduzione di Annibal Caro ~
Storia moderna è invece quella che vede gran parte del territorio di Melendugno interessato da bonifiche e implementazioni di epoca fascista. Fu in quel periodo che, sulle dune sabbiose, fu piantumata la splendida pineta, oggi tutelata dal Comune. Di particolare rilievo è, in fine, la grotta di San Cristoforo con i suoi graffiti.
Melendugno, Borgagne e le marine
L'intero territorio di Melendugno è effettivamente unico. Il Comune, infatti, vanta ben due centri abitati, il cui secondo è Borgagne, unica frazione del Municipio. Entrambi sono importanti centri della musica salentina moderna, tra cui soprattutto il reggae. Ricordiamo soprattutto Antonio Petrachi, in arte Treble (fondatore dei Sud Sound System) e gli Steela.
L'economia di Melendugno si basa soprattutto sull'agricoltura. E' ai contadini e ai vari imprenditori locali che si devono le enormi distese di ulivi che corteggiano gli automobilisti in transito dall'entroterra al mare, bellissimi, preziosi, dorati alberi che sbucano dalla terra rossa come se fossero sempre esistiti, come sculture, veri protettori del popolo salentino insieme al mare. Durante il fascisimo, parte del territorio fu bonificata. In particolare Borgagne (o Vràni nel griko salentino) era infestata dalla malaria a causa del terreno paludoso. Dopo la bonifica e soprattutto negli anni '60 la città e le sue dipendenze ebbero una forte crescita. La piazza di Borgagne è posta addirittura sotto il livello del mare e sorge su una cripta ipogea bizantina oggi inaccessibile. Non mancano scuole, servizi e uffici, ma sono i locali e le strutture ricettive la seconda attività della zona. Distribuiti come avamposti nella parte interna (e alcuni fino alla costa) sono gli alberghi, gli agriturismi, le case vacanza e i B&B di Melendugno. Invece, il litorale è costellato da club vista mare o sulla spiaggia che opitano spesso concerti ed altri spettacoli. Importanti le feste e le sagre tra cui ricordiamo la Sagra te lu Purpu e la festa patronale di San Niceta a Melendugno, la Sagra Ortofrutticola, la festa patronale di Sant'Antonio e Borgo in Festa a Borgagne, la festa della Madonna del Mare, la Sagra Patronale e la Notte di Mare di San Foca e le varie notti bianche a San Foca e Torre dell'Orso. Le marine di San Foca e Torre dell'Orso sono anche i centri dei più importanti concerti gratuiti all'aperto della stagione estiva.
Le marine di Melendugno sono tutte accessibili dalla splendida litoranea che porta da Otranto a San Cataldo. Esse sono in ordine di comparsa da Nord a Sud: Roca, importantissima anche dal punto di vista storico e archeologico, San Foca, il porticciolo dei pescatori, Torre dell'Orso e Torre Sant'Andrea, con la sua piccola spiaggia e la sua estesa scogliera.
Torre dell'Orso è quindi una meta turistica perfetta per chi ama la natura, gli eventi e divertirsi sia con gli amici che in famiglia.